Il Lago che non c’è nel regno del dio Silvano
Questo itinerario mi affascina, immersi nella natura delle Dolomiti ampezzane che evocano leggende antiche. Stiamo esplorando quella parte di montagna che ha ospitato i Campionati del mondo di Sci Alpino 2021 e che oggi ti permette di passeggiare all’aria aperta e scoprire scorci curiosi come la nicchia quadrangolare, simile ad una enorme porta, che la gente ampezzana ha sempre chiamato «la porta del dio Silvano», oppure il grande e curioso sasso cubico che incontriamo sul nostro itinerario.
Veneto e itinerari nelle Dolomiti Ampezzane
Il trekking nelle Dolomiti attraverso le leggende locali, un modo diverso e un po’ insolito per conoscere la natura incontaminata delle Dolomiti venete, partendo da Cortina, offrendoti viste mozzafiato in un’experience unica ed indimenticabile. La mia guida è, ancora una volta, la dottoressa Monica Dandrea che oggi intervisto in questo articolo….. buona lettura.
Il lago che non c’è nel regno del dio Silvano
Abbiamo già parlato, e siamo andati alla ricerca del lago scomparso di Costalareš con la leggenda della Pittrice del Monte Fàlora. Oggi con te, Monica, torniamo sul sentiero che ti porta in questo luogo, attraversiamo il bosco di Mandres, accompagnati dal racconto della vita dei leggendari Salvàns, nel villaggio di Zan de Rame e di Donna Dindia, per visitare il sasso cubico e giungere ai piedi dell’imponente porta del dio delle selve.
M.: Sì esatto. L’itinerario è basato sul prologo alla leggenda riportata da Karl Felix Wolff Donna Dindia e narrato con grazia da Dino Dibona in – Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità delle Dolomiti -. Un invito ad una escursione ai piedi del monte anticamente denominato Ciasadiò, sulle tracce di due personaggi leggendari legati al villaggio dei Salvàns ed a ciò che la gente ampezzana ha da sempre denominato la porta del dio Silvano.
La porta del dio Silvano
M.: Tuttavia, esiste un fondamento. A Cortina, ai piedi del Monte Falòria, si trova nella roccia una nicchia quadrangolare, simile ad una enorme porta, che la gente ampezzana ha sempre chiamato «la porta del dio Silvano». Nella mia qualità di Dottore Forestale non posso non essere legata al dio delle selve! Quindi questa escursione forestale ti porta prima a visitare un lago che ora è quasi completamente prosciugato (il lago che non c’è) per raggiugere, infine, la porta di ingresso al regno di questa divinità: è ovvio che ci ritroviamo nel cuore nel regno del dio Silvano!
“Il titolo di questa escursione non è di per sé quello di una leggenda riportata da Karl Felix Wolff nei suoi scritti ma è una denominazione di fantasia”. Monica Dandrea Guida naturalistica e Dottore Forestale di Cortina
Come si svolge questo tour naturalistico:
Questa zona l’abbiamo già conosciuta in parte con la leggenda La pittrice del Monte Falòria che trovi qui sotto nell’articolo Escursioni sulle Dolomiti: il massiccio del Sorapiss. Cosa c’è di nuovo in questo trekking nelle montagne bellunesi?
M.: Questa volta il nostro itinerario prende avvio lungo la strada del Passo Tre Croci, presso un piccolo lago: il Lago Scin. Da qui ci inoltriamo nel bosco e, lungo un facile sentiero di montagna, saliamo leggermente di quota in cerca del lago che non c’è. Chi ha buona memoria riconoscerà subito il lago Costalareš, sulla “costa dei larici”! Questo specchio d’acqua è assai particolare, ormai è quasi completamente prosciugato e i cervi lo attraversano durante i loro vagabondaggi nei boschi, infatti troviamo numerosissime tracce dei loro zoccoli. Nel suo tratto più accessibile è coperto di cannucce di palude e questo ambiente crea una atmosfera fiabesca, specialmente se visitato in un nebbioso giorno di pioggia.
Attraversiamo molti boschi di larici che in questo periodo sono tinti di color oro e che si preparano ad accogliere l’inverno perdendo i loro aghi. Ne abbiamo parlato nell’itinerario di trekking tra i boschi basato sulla leggenda de Le nozze di Merisana, durante il quale tu, Monica, ci hai spiegato la bellezza e particolarità di questa conifera originale che in Italia troviamo proprio sulle Dolomiti in provincia di Belluno.
M.: Proseguiamo nel bosco di larici di Mandres, lungo un sentiero piacevolissimo che ci porta proprio ai piedi delle propaggini rocciose del Monte Falòria. L’antico nome di questo monte era «Ciasadió», che si può con sicurezza interpretare come «casa di dio». Il significato del toponimo non è poi così oscuro ed è presto spiegato.
“Rispetto all’abitato di Cortina d’Ampezzo, questo monte si trova ad est. È in questo punto cardinale che il sole sorge ogni mattina per illuminare la valle. In molte culture pagane antiche, il sole è assimilato ad una divinità, quindi questo monte sarebbe semplicemente la «casa di dio». Monica Dandrea, guida naturalistica e Dottore Forestale di Cortina
M.: È su queste rocce che troviamo la porta del Silvano ed ora ci immergiamo nella leggenda fil rouge di questa escursione. Benché Karl Felix Wolff non abbia trattato niente di specifico su questa porta, nella leggenda “Donna Dindia” vi è un riferimento certo al villaggio di Milièra e al Monte Falòria (ricordate la leggenda della Pittrice?). Conosceremo Donna Dindia nella prossima leggenda ma le vicende che possiamo narrare nella escursione odierna nel regno del dio Silvano e nel villaggio dei Salvàns né è un prologo che troviamo nello scritto del mio indimenticabile collega Dottore Forestale Dino Dibona. Nel suo “Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità delle Dolomiti” egli immagina le vicende dei due personaggi leggendari, Donna Dindia e San dai Rame, del villaggio dei Salvàns e dei luoghi ai piedi della porta del dio Silvano.
M.: Oltre alla porta del dio Silvano, è proprio il «Sasso Cubico» che ci conferma l’esistenza del villaggio delle creature silvane. Vi guido, dunque, lungo la ripida discesa e non ho dubbi di essere sui sentieri da me amati, Sui Sentieri dei Salvàns, al cospetto del dio Silvano, quando vi indico il «Sasso Cubico», prima di approdare alla bella borgata di Fraìna.
Una volta giunti lì, lasciandoci alle spalle un ampio prato, il «prà de Rampognéi», e la vista sulla gigantesca porta del dio Silvano, per altro sentiero nel bosco riguadagniamo il punto di partenza.
INFO UTILI
- Tempo: Mezza giornata (4-5 ore).
- Difficoltà:Poco impegnativo, con qualche dislivello sia in salita sia in discesa, ma complessivamente di facile percorribilità, su sentieri e strade forestali, immersi in un ambiente di bosco molto piacevole. Notevoli scorci panoramici sulle montagne della conca ampezzana.
- Per Chi?: Questo tour è adatto a te che viaggi con il cane se è ben educato e già abituato ad andare a spasso al guinzaglio per una bella passeggiata. Nel Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo i cani vanno condotti al guinzaglio. Ti consiglio di contattare Monica per avere maggiori informazioni in merito. Se ami il turismo slow e ti piace fermarti perché ti attrae un dettaglio e sei curioso di scoprire cos’è, questo è il tour giusto per te.
- Se invece cerchi una gita da fare con i bambini dai 5 anni ecco fatto! è una bella passeggiata sia per i grandi che per i bambini. Tutti rimangono affascinati dai racconti delle leggende Sui Sentieri dei Salvàns®.
- Per gruppi, di adulti o di famiglie con bambini (dai 5-6 anni) purché la composizione del gruppo di richiedenti sia omogenea.
- Rete stradale e mezzi pubblici: Cortina D’Ampezzo è ben servita da strade, autostrade. Il luogo d’incontro è raggiungibile da mezzi pubblici c’è un piccolo parcheggio nelle immediate vicinanze.
- Dove mangiare?:Spuntino al sacco in malga, oppure sosta presso agriturismo e possibilità di fermarsi in loco al termine dell’escursione per pranzo (servizio bar/ristorante con periodi di apertura stagionali: rispettivamente Agriturismo Fattoria Meneguto e Ristorante Lago Scin
- Dove dormire?: In loco ci sono molte strutture ricettive fra hotel, bed & breakfast, appartamenti in affitto, ecc.
- Guida turistica Contatti: Monica Dandrea Dott.ssa Forestale, guida naturalistica e maestra di sci alpino Cortina d’Ampezzo – Dolomitisuisentierideisalvans.it monica@suisentierideisalvans.it