GIOCARE IN POWER PLAY, O SUPERIORITÀ NUMERICA
di Andrea Scheurer
Quanto può incidere, nel corso di una partita, giocare in una situazione di superiorità o inferiorità numerica? Cosa vuol dire giocare in Power Play? Quanti giocatori possono scendere in campo? Scopritelo!
Nell’hockey è fondamentale sfruttare al massimo le situazioni di superiorità numerica. Lo abbiamo visto nella partita Pinè vs Milano: l’Hockey Milano Bears segna ripetutamente mentre è in Power Play e vince.
Quando si è in Power Play l’obiettivo è quello di segnare, ma per farlo bisogna essere bravi a sfiancare gli avversari e ad aprirsi un varco nella loro difesa. Non sempre si segna e capita spesso che il Power Play non venga sfruttato.
Riuscire a portarsi in vantaggio in queste occasioni dà sicuramente una bella iniezione di fiducia: tuttavia non bisogna abbassare la guardia perché nell’hockey bastano veramente pochi secondi per segnare o subire un goal. Ci vuole un attimo per passare da un ipotetico 1 a 0 ad un 1 a 2.
Cosa vuol dire giocare in Power Play? Concretamente significa giocare con un uomo in più.
Bisogna specificare che per Power Play s’intende quella situazione di gioco in cui al giocatore della squadra avversaria viene fischiato un fallo: il giocatore dovrà scontare la penalità in panca puniti, e la sua squadra giocherà con un uomo in meno per un determinato periodo di tempo, a seconda della durata della penalità.
La squadra che non subisce la penalità gode dunque di un vantaggio numerico, giocando in 5 contro 4 (oppure 5 contro 3, se viene sanzionata una seconda penalità), e si dice, appunto, che gioca in Power Play. Non si considera Power Play quella situazione di gioco in cui, in 5 contro 5, una squadra toglie il portiere per giocare con un uomo di movimento in più sul ghiaccio.
Quando una squadra che gioca in Power Play segna, la rete è comunemente indicata come Power Play goal. Se il giocatore in panca puniti stava scontando una penalità minore (2 minuti), il goal subito dalla sua squadra pone immediatamente termine alla penalità, e il giocatore può tornare sul ghiaccio.
GIOCARE IN INFERIORITÀ NUMERICA
Una squadra è in inferiorità numerica quando ha sul ghiaccio, a seguito di una penalità commessa, un numero minore di giocatori rispetto al suo avversario. Non si è in inferiorità quando, in 5 contro 5, il team avversario ha tolto il portiere per giocare con un uomo di movimento in più.
Se l’obiettivo del Power Play è quello di segnare, quello di una squadra in inferiorità numerica è non subire la rete. Una squadra in Box Play, così è definita la formazione in questo frangente, si chiude e attua una difesa a scatola (box).
Nella partita HC Bulldogs vs Hockey Milano Bears il Milano ha resistito molto bene in inferiorità numerica.
I quattro giocatori formano una sorta di quadrato davanti alla propria porta per tentare di limitare le azioni di gioco del team in attacco. Molto spesso si tenta di spazzare via il disco in quanto, per chi gioca in inferiorità, non c’è la regola dell’icing.
Se la squadra avversaria segna un goal mentre l’altra è in inferiorità numerica, il giocatore penalizzato può rientrare sul ghiaccio immediatamente: sempre che la sanzione scontata sia una penalità minore. Tuttavia se il goal è segnato su rigore il giocatore dovrà aspettare la fine della penalità.
Qualora una squadra in inferiorità numerica riesca a segnare, quella rete è comunemente indicata come short-handed goal.
LA COMPOSIZIONE DELLA SQUADRA
Una squadra di hockey su ghiaccio è composta al massimo di ventidue giocatori, venti di movimento e due portieri. Durante una partita possono stare sul ghiaccio al massimo sei giocatori contemporaneamente. Nessuna squadra può avere meno di tre giocatori di movimento sul ghiaccio.
La regola prevede che giochino cinque giocatori di movimento e un portiere, ma in situazioni particolari, il portiere può essere sostituito da un sesto giocatore. Si parla di empty net goal, o goal a porta vuota, quando la squadra che gioca senza portiere subisce una rete.
Sul ghiaccio i giocatori scendono sempre con la propria linea: tuttavia in determinate situazioni di gioco, come per il Power Play o il Box Play, si schierano determinati giocatori. La linea è composta da cinque giocatori: tre attaccanti, di cui il centro, e i due terzini (o difensori).
Una squadra è organizzata così: due portieri, quattro linee difensive (due difensori per linea, in totale otto) e quattro offensive (tre attaccanti per linea, in totale dodici). A disposizione restano solitamente un terzo portiere e due ulteriori difensori.
In una squadra ci sono sempre un capitano e due assistenti. Si riconoscono dalla “C” o dalla “A” maiuscola sulla maglia. Il capitano è l’unico a poter chiedere spiegazioni sulle decisioni degli arbitri.
Visto che l’hockey è uno sport molto dispendioso, e sul ghiaccio si sta per un minuto circa a linea, i cambi sono molto frequenti. Il cambio di “linea”, così è definita la sostituzione dei cinque giocatori sul ghiaccio, può avvenire sempre, sia a gioco in corso sia a gioco fermo. I cambi sono infatti considerati “volanti”.
Ci sono delle situazioni, dettate da regole precise, in cui non è possibile cambiare: ad esempio se viene fischiato l’icing.
Andrea Scheurer
Svizzero e italiano. Laureato in Storia Medievale. Da sempre amante dei castelli, percorro le strade della mia amata città, e non solo quelle, provandole ad immaginare nei secoli passati. Grande appassionato e tifoso di sport, in particolare dell’hockey su ghiaccio. Gioco da anni in una squadra amatoriale. Linkedin