di Ugo Rossi
Le “case igloo“
Il racconto di oggi ci porta in una zona molto particolare della città, il quartiere Maggiolina. È situato nei pressi della fermata Istria della metro 5 lilla ed è uno dei più caratteristici e originali di Milano. Considerato per le sue caratteristiche una vera e propria “città giardino”. Qui, passeggiando per via Lepanto, veniamo a scoprire un insieme di strutture e abitazioni bizzarro e stravagante: sto parlando delle “case igloo”.
Queste costruzioni molto originali vennero costruite nel 1946 (erano 12 in tutto ndr), grazie al progetto di Mario Cavallè, con l’intento di dare una casa e un rifugio agli sfollati della guerra appena conclusa.
L’obiettivo era di offrire loro delle abitazioni che fossero allo stesso tempo utili e avessero i minimi ma confortevoli servizi necessari.
Le “case fungo“
Le “case igloo” offrivano una grande libertà nella composizione interna delle stanze grazie alla struttura a volta, mentre l’esterno era costruito con mattoni forati. Oggi solo due conservano la loro struttura originaria sulle otto rimaste. Si caratterizzano per avere un ingresso, un bagno, due camere e la cucina in una superficie di circa 50 metri quadri e, alcune di queste, sono abitate.
Sempre nel quartiere Maggiolina, venero costruite anche le “case fungo”, abitazioni di circa 45 metri quadri, anche queste su due livelli sovrapposti. Purtroppo furono però distrutte negli anni ’60.
La palafitta Figini
Ma le particolarità del quartiere Maggiolina non finiscono qui. Troviamo infatti, sempre lì vicino, la “palafitta Figini” che prende il nome dall’ architetto che, assieme a Gino Pollini, formò un importante sodalizio durato più di 50 anni. Si dice che proprio Lugi Figini si impegnò per evitare l’abbattimento delle case igloo che, sempre negli anni ’60, stavano per fare la fine delle povere case a fungo.
A domenica prossima per un altro viaggio nella nostra bella e affascinante Milano.