Prospect Weekend, destinazione futuro
di Andrea Scheurer
La prima edizione del Prospect Weekend è iniziata ieri a Bressanone. I giovani prospetti italiani radunati per creare la nazionale del futuro. Cinque raduni, quasi 100 ragazzi under 16, nati fra il 2006 e il 2007, visionati da uno staff tecnico di alto livello. Sono i numeri della prima edizione del programma Prospect Weekend, iniziativa della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio per promuovere la crescita dei giovani talenti nazionali dell’hockey su ghiaccio.
Il progetto, coordinato dal direttore esecutivo dello sviluppo dell’hockey giovanile della FISG, John Parco, è iniziato a fine aprile da Asiago e terminerà a fine maggio ad Aosta. In mezzo, come detto, 5 mini-raduni di tre giorni ad Asiago, Bressanone, Fondo e, appunto, Aosta.
Da ieri, ragazzi e tecnici sono al lavoro a Bressanone sotto l’attenta guida di un ampio staff che può contare sulla supervisione dello svedese Torgny Bendelin, vero e proprio mentore del progetto. Il 64enne di Visby collabora da un paio di stagioni con la FISG, e per quanto riguarda l’hockey giovanile rappresenta una sorta di guru, avendo guidato come head coach la nazionale svedese under 20 e under 18 alla conquista di un argento e un bronzo mondiale.
La Parola a John Parco
Stiamo lavorando da tempo a questo progetto assieme a tutto il gruppo degli allenatori delle nazionali giovanili, a cominciare da Giorgio De Bettin – commenta Parco – e sono contento di essere finalmente riuscito a partire. I ragazzi hanno affrontato una stagione estremamente complicata a causa del Covid-19, ed è importante che abbiano a disposizione questi momenti per crescere e imparare. Nei primi camp ho visto alcuni ragazzi davvero molto interessanti, vogliamo seguirli e aiutarli a sviluppare il loro talento per fare in modo che diventino i leader della nazionale italiana del futuro.
Ogni fine-settimana, tra i 40 e i 50 ragazzi si ritrovano sul ghiaccio e fuori dalla pista per lavorare sull’aspetto fisico, tecnico e tattico dell’hockey.
Abbiamo elaborato un vero e proprio playbook – continua Parco – da insegnare a tutte le squadre giovanili: dalla under 20 in giù. L’obiettivo è quello di utilizzare lo stesso sistema di gioco per tutte le nazionali italiane, dalla junior alla senior.
Dalla fase offensiva a quella difensiva, dal gioco in power-play al penalty-killing: ogni week-end viene dedicato ad una specifica tematica da analizzare e sviscerare. Oltre allo staff della nazionale – conclude John Parco – ad ogni camp possono partecipare 2-3 guest coach, allenatori giovani che possono imparare come strutturare il lavoro sul ghiaccio e fuori dal ghiaccio. L’obiettivo, infatti, è anche quello di formare i futuri tecnici.
Tra di essi, nel corso dei primi weekend, si è visto l’ex difensore della nazionale italiana, Armin Helfer.
Andrea Scheurer
Svizzero e italiano. Laureato in Storia Medievale. Da sempre amante dei castelli, percorro le strade della mia amata città, e non solo quelle, provandole ad immaginare nei secoli passati. Grande appassionato e tifoso di sport, in particolare dell’hockey su ghiaccio. Gioco da anni in una squadra amatoriale. Linkedin