Un viaggio alla scoperta dell’odonomastica milanese
Di Ugo Rossi
Milano conta più di 4300 strade tra vie, viali, corsi, vie private vicoli eccetera. Alcune di queste sono raggruppate tra loro in varie zone della città, altre sparse qua e là in modo variegato. Ma perché alcune vie della città si chiamano così? Curiosiamo oggi nella storia di Milano, dove si scoprono sempre cose curiose e interessanti.
Iniziamo il percorso da una zona del centro: Brera dove incontriamo due vie dalle denominazioni floreali: Via dei Fiori Chiari e Via dei Fiori Oscuri. Due sono le teorie sui loro nomi. La prima più metaforica, la seconda più storica. Ma andiamo con ordine. Una volta, quella che oggi viene chiamata Via dei Fiori Chiari era la sede di un collegio femminile, mentre Via dei Fiori Oscuri era famosa per ospitare un bordello. Due mondi diametralmente opposti ma confinanti tra loro. La versione storica, invece, ci porta a pensare che il nome delle due vie deriverebbe dai colori degli stendardi di due sestieri: Porta Comasina (bianchi e rossi, riconducibili ai Fiori Chiari) e Porta Volta (bianchi e neri, ossia i Fiori Scuri).
Girovagando per la città, ci imbattiamo in Via Bagutta, strada un tempo amata dai bevitori. Baga, infatti è il nome che indica il recipiente che contiene il vino usato dai Bagà che sono, appunto, i grandi bevitori.
Un’altra strada molto curiosa è Via Bagnera (già Stretta Bagnera ndr) nei pressi di Via Torino esattamente tra Santa Marta e Via Nerino. Passandoci si percepisce un senso di claustrofobia per quanto stretta e lunga essa sia. Il nome deriva dal fatto che un tempo lì esisteva un bagno pubblico (Bagnera appunto) ma il luogo è famoso per la storia che vede protagonista Antonio Boggi, il primo serial killer della storia. L’uomo era solito uccidere le sue vittime in modo molto violento e sanguinoso e portare le salme proprio lì nella via dove possedeva uno scantinato. Un posto ora un po’ trascurato, ma certamente interessante per gli amanti del noir milanese.
Ci trasferiamo in periferia nella zona nord, più precisamente in Bicocca. Qui troviamo Via Stella Bianca che deve il nome alla presenza anticamente di una locanda illuminata giorno e notte conosciuta appunto col nome stella bianca.
In zona Forlanini, incontriamo Via Monluè. Dove ora si torva il parco, una volta c’era una grande frequentazione di lupi da cui il luogo prese il nome di Mons Luparis ora trasformato nel toponimo attuale. Oltre ai lupi, molto presenti nella Milano di un tempo, erano anche le lepri. Ecco il significato di una via vicino a Piazza Brescia. Via Caccialepori, infatti era situata in una zona boscosa dove i cacciatori si dilettavano nella cattura di questi animali.
Ultima via che vi raccontiamo nella prima puntata alla scoperta della storia della città, è Via Speronari nel pieno centro cittadino. Quel luogo un tempo pullulava di botteghe che durante il Rinascimento producevano e commerciavano, bardature e finimenti per cavalli, ma anche elmi e speroni.
Domenica prossima non perdevi la seconda puntata alla scoperta dell’odonomastica milanese.
Ugo Rossi: Giornalista pubblicista mi occupo da anni di accoglienza alberghiera e comunicazione. Amo il nostro Paese che ritengo il più bello del mondo e cerco di regalare emozioni a chi lo viene a visitare. Il mio motto? Strenuo difensore dell’uso della nostra lingua, alle persone piene di sè, preferisco di gran lunga le persone piene di se. Collaboro con EnjoyItalyGo per diffondere le bellezze italiane nel mondo.