Una consuetudine curiosa che resiste nel tempo.
Di Ugo Rossi
La curiosità odierna non riguarda città piazze, strade e cose simili ma si riferisce a un’attività che tutti conoscono e della quale ognuno di noi fa uso più o meno costantemente. Chi ha qualche anno in più, ricorderà quelle stanze profumate di dopobarba quasi sempre uguali, con le poltrone “vintage” di colore generalmente grigio chiaro, nero o marrone e i poggiatesta alzabili a seconda di chi vi si accomodava, di pennelli, forbici e rasoi pronti all’ uso e affilati il giusto per un taglio perfetto e alla moda del tempo. Sto parlando, ovviamente, di loro: i barbieri.
Una volta li conoscevamo così questi personaggi che tutto sentivano e tutto sapevano, che avevano sempre la notizia del giorno e il quotidiano in prima fila e regalavano durante le feste il calendario tascabile. Roba da collezione. Ora questi luoghi hanno perso parte del fascino antico e si sono trasformati. Innanzitutto nel nome: saloni di bellezza, parrucchiere per uomo o signora o, più elegantemente, coiffeur e offrono servizi all’ avanguardia per clienti sempre più esigenti. Una cosa però non è cambiata, il giorno di chiusura: il lunedì. Vi siete mai chiesti il perché? A me questa cosa ha sempre incuriosito e sono andato alla ricerca di informazioni a riguardo.
Sembra che il motivo abbia a che fare con un delitto efferato. Siamo nell’ estate nei primi anni del 1740 a Firenze e vicino a Santa Croce (esattamente in via San Cristofano) viene ritrovato il cadavere di una donna sgozzata, tale Mariuccia, prostituta molto conosciuta in tutta la città. Immediatamente partono le indagini della polizia per capire chi sia stato l’autore dell’assassinio. Si comincia a indagare nel mondo dei ricettatori sperando che l’omicida si sia rivolto a loro per liberarsi di qualche prova. Ed è proprio lì che viene ritrovato il vestito che la donna indossava la notte in cui fu uccisa. Le indagini portano a un certo Antonio di Vittorio Giani famoso barbiere di Firenze che in un primo momento nega tutto ma poi confessa di averla uccisa per gelosia, in quanto innamorato pazzo della donna.
L’ omicida venne condannato all’impiccagione il lunedì successivo all’omicidio e la sentenza venne eseguita davanti a una folla immensa tra cui molti colleghi del barbiere che chiusero le loro attività per assistere all’ esecuzione. Una consuetudine che ha resistito nei tempi e che spiega il motivo della scelta di questa giornata di chiusura.
Ugo Rossi: Giornalista pubblicista mi occupo da anni di accoglienza alberghiera e comunicazione. Amo il nostro Paese che ritengo il più bello del mondo e cerco di regalare emozioni a chi lo viene a visitare. Il mio motto? Strenuo difensore dell’uso della nostra lingua, alle persone piene di sè, preferisco di gran lunga le persone piene di se. Collaboro con EnjoyItalyGo per diffondere le bellezze italiane nel mondo.