L’oliva bianca, patrimonio assoluto della nostra biodiversità, da tutelare e valorizzare.
Oggi ti porto ancora una volta in Calabria, terra dalla straordinaria storia che affonda le sue radici nella cultura greca al quale è legata fin dall’antichità. Abbiamo già visto nel precedente articolo sul Platano Millenario di Guringa, le meraviglie naturalistiche che questa terra offre, ma ce n’è un’altra altra altrettanto bella legata all’Ulivo Bianco.
Passeggiando tra i boschi calabresi è facile incontrare l’Ulivo Bianco che qui nasce spontaneo nelle zone soleggiate. Lo si trova principalmente tra le provincie di Cosenza e Reggio Calabria anche se ai tempi della Magna Grecia era una pianta diffusa in tutta la regione, ma alla chiusura di molti monasteri vennero meno anche le ragioni della sua coltivazione e questa particolare cultivar fu via via abbandonata.
Andando alla scoperta di questa bellissima e particolare pianta, potreste visitare il borgo antico di Brancaleone Superiore (RC), sotto il quale si trova la Grotta della Madonna del Riposo, un oratorio rupestre risalente al VIII secolo nel quale hanno vissuto i monaci basiliani. Il monumento e la grotta sono ben conservati e all’interno si possono trovare ancora alcuni affreschi. Dello stesso periodo sono le grotte di San Glorio o San Florio a Casignana (RC) caverne, poco profonde ed a più piani, interamente scavate nella roccia arenaria.
La costa dei Gelsomini cela molte altre bellezze come ad esempio L’eremo di Santa Maria della Stella a Pazzano (RC), un luogo di culto molto antico risalente all’VIII secolo. Interamente scavato nella roccia, si accede all’eremo discendendo una lunga scalinata.
E’ possibile anche vedere l’Ulivo Bianco nelle terrazze e nei giardini delle case dei calabresi che lo stanno man mano riscoprendo anche solo a scopo decorativo, creando così un ponte con l’antica storia che li caratterizza.
Le olive bianche della Calabria
La Leucocarpa, chiamata anche Leucolea o olivo della Madonna, è un olivo antico che sopravvive allo stato selvatico soprattutto in Calabria e ha la particolarità di presentare frutti bianchi. Lo strano evento è da ricondurre alla diminuzione di produzione di clorofilla da parte della pianta, che così facendo non crea gli antociani che danno alle olive il caratteristico colore blu-verde e le fa rimanere, per così dire, bianche.
La pianta fu portata dai monaci basiliani che qui la piantarono esattamente come fecero per il Platano Millenario di Curinga. La scelta ancora una volta sembra derivare dal fatto che le olive di colore bianco, venissero associate al concetto di purezza e per questo l’ulivo bianco era scelto per essere coltivato nei pressi di chiese e monasteri. L’olio ottenuto dalla molitura era poi usato per i riti sacri, come l’estrema unzione oppure la consacrazione di nuove chiese. Proprio per la sacralità attribuita all’albero, prosegue da secoli la tradizione di regalare rami di ulivo il giorno di Pasquetta.
L’ulivo bianco torna a essere l’albero della legalità e della fratellanza della Regione Calabria
Grazie alla sua storia che affonda le radici in tempi lontani, di recente l’assessore all’Ambiente della Giunta regionale della Calabria, Sergio De Caprio, ha scelto la Leucocarpa come simbolo della Regione, affermando con orgoglio che –L’ulivo bianco torna a essere l’albero della legalità e della fratellanza della Regione Calabria– con la delibera approvata da poco, in merito al riconoscimento dello stesso ulivo, come albero di interesse regionale. – Questo albero – spiega l’assessore – è un simbolo che riprende la tradizione e la storia calabrese, introdotto nel VI secolo d.C. nell’isola greca di Kasos dai monaci basiliani. I cittadini calabresi si riappropriano dei propri tratti distintivi, delle radici profonde che li legano a una legalità fondata sulla fratellanza tra le persone e tra i popoli».«In questo modo – sottolinea De Caprio –, si riafferma il legame antico con la Grecia e con il Mediterraneo, di cui la Calabria deve e vuole tornare a essere centro di crescita e di sviluppo, valorizzando gli endemismi naturalistici e archeologici, gemme preziose di un turismo culturale unico al mondo. Questa è la Calabria che ci piace, la Calabria dei calabresi -.