Museo a cielo aperto
Si trova in provincia di Belluno, in Veneto il Museo a cielo aperto, Il Cimitero Monumentale del Vajont, che accoglie la memoria del tragico evento occorso la notte del 9 Ottobre 1963.
1910 sono le vite spezzate di Longarone, di Erto e Casso, degli altri abitati del Vajont che furono teatro della catastrofe e che riposano nel grande parco a prato verde del Cimitero Monumentale del Vajont.
Il Cimitero Monumentale del Vajont – dove si trova
Il cimitero delle vittime del Vajont fu dichiarato monumento nazionale nel 2003. Per poterlo visitare si deve andare in località San Martino di Fortogna, frazione del comune di Longarone in provincia di Belluno. Il visitatore viene accolto all’entrata da un portale che mostra alcuni reperti storici e un percorso fotografico relativo alla realizzazione del cimitero stesso oltre ad alcune opere ispirate alla tragedia.
Il Cimitero Monumentale del Vajont – le vittime
Il cimitero del Vajont è stato modificato nel tempo prima di essere riconosciuto e di mostrarsi come l’attuale cimitero monumentale. Inizialmente infatti, subito dopo la catastrofe, la stessa area era stata individuata come l’unica che poteva accogliere i corpi delle vittime per il riconoscimento e all’inizio ogni tomba aveva la sua croce con incisi il nome e le date per riconoscere la salma, tuttavia molte croci rimasero anonime. La volontà della comunità locale che era stata così drasticamente e pesantemente colpita dalla tragedia, era di poter ricordare tutti i morti di quella notte allo stesso modo. Delle 1910 vittime, 30 erano bambini ancora in grembo materno e 487 l’età dei giovani sotto i 15 anni. Iniziarono di conseguenza i lavori di ristrutturazione e trasformazione.
Il Cimitero Monumentale del Vajont – dopo la ristrutturazione
L’attuale cimitero monumentale del Vajont, venne innaugurato il 19 giugno 2004 e si presenta come un ampio giardino immerso nel verde, sul quale sono stati disposti in maniera ordinata i 1910 cippi marmorei bianchi, uno per ogni vittima della tragedia, a prescindere dal ritrovamento, dal riconoscimento o dal luogo di sepoltura. In questo modo la comunità locale ha creato eguaglianza per tutte le vittime di una stessa tragedia, la strage del Vajont, e le ricorda tutte allo stesso modo.
Il nuovo Cimitero Monumentale del Vajont è inoltre impreziosito da un trittico scultoreo in marmo bianco di Carrara dello scultore bellunese Fiabane, inaugurato il 19 giugno 2005. Una prima statua ricorda gli Emigranti longaronesi, rientrati in patria alla notizia della tragedia; sono rappresentati da un uomo, con la valigia ancora tra le gambe, che sorregge con mani forti e provate dalla fatica del lavoro la donna esanime, che ha vissuto sulla propria pelle la tragedia. Una seconda opera ricorda poi i soccorritori: simbolo del grande legame che unisce ancor oggi i superstiti con quanti hanno dato loro sostegno in quel difficile momento. L’ultima scultura è dedicata ai 31 bambini mai nati: le mamme innalzano idealmente i loro piccoli verso il cielo, verso quella luce che non hanno potuto vedere prima.
All’esterno del portale una stele di vetro accoglie i visitatori con una frase di monito, tradotta in 12 lingue: “Prima il fragore dell’onda, poi il silenzio della morte, mai l’oblio della memoria“.
Il Cimitero Monumentale del Vajont – patrimonio storico italiano
Nei primi anni duemila nacquero delle associazioni mirate alla tutela e valorizzazione dei cimiteri monumentali. Un protocollo d’intesa del 2016 sottoscritto dal sottosegretario ai Beni Culturali Antimo Cesaro e il vicepresidente di Utilitalia Mauro d’Ascenzi definisce i cimiteri monumentali parte del patrimonio storico italiano.