Curiosità sull’origine delle vie meneghine
Di Ugo Rossi
Continua il viaggio alla scoperta delle strade che attraversano Milano: vie, viali, piazze, incroci e molto altro da conoscere e che celano spesso storie e leggende molto curiose.
Partiamo con il medioevo. Andando verso l’Università Cattolica di Milano, ci troviamo in Via Carrocio, in zona Sant’ Ambrogio, che deve il suo nome a un carro che trasportava lo stendardo delle città. Un modo per rendere molto forte la potenza e l’indipendenza di Milano che veniva custodito da un personaggio famoso e importante affiancato da militari scelti. Il carrocio vide la sua presenza in molte iniziative importanti e spiccò particolarmente durante la Battaglia di Legnano.
Cambiamo zona e troviamo Via Laghetto. Il nome racconta di una piccola darsena che venne commissionata e fatta costruire qui alla fine del 1380 da tal Gian Galeazzo Visconti con lo scopo di far attraccare i barconi carichi di mercanzie tra le quali il prezioso marmo di Candoglia per la costruzione del Duomo. Fu interrata moltissimi anni dopo Francesco Giuseppe, in quanto le molte zanzare e i miasmi delle acque creavano problemi ai malati di un ospedale lì vicino.
Una via che lascia spazio a varie interpretazioni è via Brisa . La prima teoria farebbe derivare il nome dal latino “brisa”, che indica la vinaccia e, vista la vicinanza con le Vigne di Leonardo, sembra essere quella più accreditata. Altro significato viene attribuito da alcuni al fatto “brisa” derivi dal fatto che in questa zona si stabilirono gli immigrati provenienti da Brescia (Birxia appunto). Anche quest’ipotesi sembra non lontana dalla realtà.
Un posto dove la polizia non entrava mai era Vicolo Calusca. Il più malfamato luogo di Milano era ricettacolo di personaggi molto ambigui e della cosiddetta “mala”. Confinante con il porto ospitava una casa di appuntamenti conosciuta come Ca, Losca dove gli uomini spesso rudi e inaspriti dal duro lavoro cercavano piacere mercenario dopo una lunga giornata di lavoro. Appartati nascosti dalla “scighera”, la nebbia milanese, Un po’ più in là, gruppetti di persone scambiano e vendono merci di ogni tipo, rubate o racimolate chissà come e dove, che in questo luogo possono essere smerciate senza correre alcun rischio.
Dopo questo quadretto di una Milano che non c’è più, arriviamo in Via Rugabella. Luigi XII, rimasto affascinato dalla sua bellezza la definì “Rue belle”, e da qui prese il nome. Chiudiamo questa seconda parte del nostro viaggio con via Fopette. In questa zona passava un canale che, durante le piogge di primavera formava delle anse e piccoli fossi chiamate, appunto, “foppe” o “foppette”.
La nostra passeggiata proseguirà con alte puntate che vi invitiamo a non perdere qui sulle pagine di Enjoyitalygo.
Ugo Rossi: Giornalista pubblicista mi occupo da anni di accoglienza alberghiera e comunicazione. Amo il nostro Paese che ritengo il più bello del mondo e cerco di regalare emozioni a chi lo viene a visitare. Il mio motto? Strenuo difensore dell’uso della nostra lingua, alle persone piene di sè, preferisco di gran lunga le persone piene di se. Collaboro con EnjoyItalyGo per diffondere le bellezze italiane nel mondo.