Di Manola Gaggino
Le Langhe sono un territorio che non ha bisogno di presentazioni, un luogo incantato dove la sapiente mano dei contadini ha saputo, nei secoli, ammaestrare il territorio fino a creare uno spettacolo a cielo aperto di colori, dove natura e umanità si fondono in una simbiosi perfetta.
Il territorio del basso Piemonte proclamato patrimonio Unesco nel 2014 insieme al Monferrato e al Roero, è una zona ricca di cultura, specialmente eno-gastronomica.
Molti rinomati prodotti agroalimentari hanno trovato nelle Langhe l’ambiente perfetto per prosperare grazie al clima e al terreno collinare, di fatto il termine Langa potrebbe derivare dal dialetto piemontese e significa lingua, nome derivato dalle forme morbide delle sue colline. Le teorie sull’origine dell’appellativo Langhe sono numerose e disparate, studiosi ne ricavano l’origine da “Landa Ligurum”, paese dei liguri, oppure dal francese “langue”, dal latino o addirittura dal tedesco.
Tra le eccellenze “made in Langhe” che rappresentano il settore agroalimentare del Belpaese ritroviamo i colori il tartufo bianco, promosso annualmente durante la sagra di Alba la quale attira acquirenti da tutto il mondo, la nocciola tonda gentile che ha dato vita alla Ferrero, una delle industrie dolciarie più famose a livello globale, ma soprattutto un’eccellente produzione vinicola che varia dal rosso del Dolcetto da tavola al Barolo, dal Nebbiolo al Barbera, passando anche per la produzione (riscoperta) del vino bianco Arneis.
Se chiudiamo gli occhi e pensiamo alle Langhe la prima immagine che si compone nella nostra mente è quella di vasti e ordinati vigneti i quali, se si ha la fortuna di vistare il territorio durante questo periodo, si presentano di differenti colori. Sapete a cosa sono dovuti i differenti colori delle vigne in autunno? Le piante di vite non invecchiano tutte allo stesso modo, in fase di maturazione il colore delle foglie muta in accordo con la tipologia di vite. Sarà così possibile capire che il colore rosso determina un vitigno di Barbera, il colore aranciato si ritrova nei vitigni di Dolcetto mentre, laddove le foglie si presentino gialle, viene prodotto Nebbiolo; quest’ultimo vitigno nasconde nel nome proprio un suggerimento per quanto concerne la tempistica di vendemmia, Difatti si tratta del vitigno più tardivo le cui uve venivano colte in autunno, quando sulle Langhe inizia a calare la nebbia. Da questa caratteristica deriva la denominazione Nebbiolo, dal cui vitigno viene prodotto in alcune aree il noto vino Barolo.
Grazie alle preziose spiegazioni di un viticoltore locale ho potuto scoprire che a distanza di pochi chilometri si ritrovano micro ambienti con temperature e caratteristiche molto differenti che rendono la zona adatta o meno alla produzione di un vino piuttosto che di un altro.
Il vero segreto delle Langhe è nascosto nella storia geologica di questo territorio e per comprenderne a pieno l’unicità dobbiamo fare un salto nel passato lungo migliaia di anni, quando questi territori erano ricoperti dalle acque del mare. Quando le acque hanno iniziato a ritirarsi hanno lasciato dietro di sé prezioso materiale organico che ha reso questo terreno fertile e perfetto per una produzione vinicola di eccellenza.
Le Langhe sono un territorio tutto da scoprire, adatte a chi vuole fare sport e godersi gli itinerari collinari, così come a chi vuole rilassarsi, godere di un territorio esteticamente unico dove concedersi lo sfizio di gustare alcuni tra i migliori prodotti eno-gastronomici del nostro paese.