La Grotta di Seiano
Affacciato sul vallone della Gaiola, dove si può godere della bellezza di un panorama mozzafiato sull’azzurro mare di Napoli, il Parco Archeologico del Pausilypon è di una bellezza rara. Una vera gemma ben celata alla vista, grazie alla sua posizione sull’incantevole promontorio di Posillipo (Pausilypon – “luogo che fa cessare gli affanni”).
L’accesso al parco è consentito attraversando una lunga galleria scavata nella pietra tufacea della collina, la cosiddetta Grotta di Seiano.
Galleria di origine artificiale, fu scavata da schiavi prigionieri dei romani nel I secolo d.C. per collegare la magnifica villa del patrizio romano Vedio Pollione ai porti di Pozzuoli e Cuma, raggiungibili fino a quel momento soltanto via mare.
Inizialmente il percorso all’interno era più largo e percorribile nei due sensi di marcia e consentiva il trasporto di merci su bighe e carri.
Straordinaria opera architettonica
La Grotta di Seiano deve il suo nome a Lucio Elio Seiano, prefetto di Tiberio, che si occupò dell’allargamento e della sistemazione del traforo per renderlo percorribile in modo più agevole. Attualmente, nella parte più ampia, ha una larghezza di circa 5 metri ed un’altezza di circa 7.
Con un tracciato rettilineo, si estende per circa 770 m di lunghezza e prende luce ed aria grazie alla presenza di tre cunicoli secondari, che si affacciano a strapiombo sulla baia di Trentaremi.
Abbandonata nel corso dei secoli, fu riportata alla luce per caso in epoca borbonica grazie agli scavi per la realizzazione di una nuova strada nel 1841.
Federico II di Borbone volle renderla nuovamente percorribile e ne ordinò la ristrutturazione. Fece aggiungere dei sottarchi per sorreggere la volta, rendendo l’ingresso più stretto, ma regalandogli l’imponenza che lo caratterizza ancora oggi.
Divenne ben presto meta di turisti provenienti da tutta Europa. Tra i visitatori giunti per ammirare la bellezza della galleria, spicca il nome di Sir Arthur Conan Doyle, il “padre” di Sherlock Holmes. Pare che durante la sua visita alla grotta rimase letteralmente incastrato in uno dei cunicoli di areazione.
Durante la seconda guerra mondiale fu utilizzata come rifugio antiaereo dagli abitanti di Bagnoli.
Rimase nascosta ed inutilizzata di nuovo per molti anni, fino al 2009, anno in cui fu restituita al pubblico la possibilità di attraversarla per raggiungere il Parco Archeologico del Pausilypon.
Il Parco Archeologico del Pausilypon
Il parco comprende magnifici resti archeologici, tra cui un teatro che può ospitare fino a 2000 persone. Il teatro fu costruito con la caratteristica tecnica greca, sfruttando cioè il pendio naturale della collina.
Il percorso archeologico comprende anche un suggestivo belvedere, raggiungibile percorrendo un sentiero, che si affaccia sul tratto di costa davanti alla Gaiola.
La villa del patrizio Vedio Pollione era così grande che l’Imperatore Augusto la paragonava ad una città. Era molto lussuosa e ricca di vasche e piscine, popolate da murene che venivano cibate gettandogli in pasto gli schiavi ribelli ed infedeli.
Questo particolare dà, in minima parte, la misura della crudeltà del suo proprietario.
Pollione era così crudele che Augusto, ricevuta in eredità la magnifica villa dopo la morte del proprietario, si rifiutò di onorarne la memoria.
Una vecchia leggenda narra la storia di un cameriere che, durante un banchetto organizzato nella villa di Pollione, proprio in onore di Augusto, aveva rotto accidentalmente un prezioso calice.
Il padrone di casa, adirato per l’accaduto, lo aveva condannato ad una morte atroce tra indicibili sofferenze per punirlo della sua distrazione.
Augusto, colpito dall’eccesso di crudeltà, cercò di intercedere in favore del giovane ma, ottenendo un rifiuto da Pollione, impose la propria volontà avvalendosi della propria posizione di superiorità.
Non solo graziò il giovane cameriere, ma addirittura punì il padrone di casa con un gesto plateale e simbolico: ordinò la rottura di tutto il vasellame presente nella villa.