Chiesa di San Siro alla Vepra, piccolo gioiello nel quartiere di San Siro
Passeggiando per le vie della città e guardandosi attorno con attenzione, si scoprono delle bellezze più o meno nascoste che rendono Milano molto affascinante. È una città che non finisce mai di stupire. Trovandomi nel quartiere di San Siro, ho scoperto, nascosta tra le vie della zona, una chiesetta della quale pochi probabilmente conoscono l’esistenza. Sto parlando della Chiesa di San Siro alla Vepra, in via Masaccio 20. Un edificio di rara bellezza al quale si accompagna, però, una triste storia.
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Ma andiamo con ordine. San Siro un tempo era una chiesetta medievale sperduta nelle campagne milanesi a ovest di quello che oggi è l’Olona (un tempo Vepra ecco l’origine del nome ndr). Ne abbiamo le prime notizie attorno all’ ‘800, quando la chiesa e il territorio attorno appartenevano ai benedettini. Nel 1483 venne acquistata dalla famiglia Pecchi, che ne conservò la proprietà fino alla metà del diciannovesimo secolo. Oggi rimane visibile solo l’abside con bellissimi affreschi e decorazioni suggestive, in quanto i vecchi proprietari decisero di unire questa chiesetta a un’abitazione. Per farlo, abbatterono la parte anteriore della struttura.
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La famigerata “Villa Triste”
Nel 1927 Temistocle Fossati costruì la villa tuttora presente. L’edificio è diventato famoso con il nome di “Villa Triste”, in quanto nel 1944 fu requisita da Pietro Cochk. Costui era capo della famigerata e crudele Banda Cochk, conosciuta per le torture e i trattamenti brutali e disumani contro gli oppositori politici. Si racconta che tali torture avvenissero proprio nei sotterranei della villa. Si dice che le urla di dolore dei prigionieri si sentissero bene anche nelle strade circostanti e suscitavano spesso le proteste della popolazione residente. La notizia era così diffusa che anche il Cardinale Schuster si rivolse alle autorità fasciste per far cessare gli abusi.
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Una volta tornato in possesso della villa, dopo gli arresti di Cochk e dei componenti della banda, e venuto a sapere ciò che era accaduto li dentro, Fossati non ci volle più abitare. Cedette l’intero complesso alle Suore Missionarie dell’Immacolata che ne sono tuttora proprietarie. La chiesetta, vi garantisco, merita certamente una vista (che è gratuita ma su richiesta), mentre i sotterranei della villa ospitano ora le cucine e i ripostigli delle suore.
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A domenica prossima!