La donna di Firenze che governò la Francia
Pochi giorni fa nasceva a Firenze nel 1519 Caterina De’ Medici divenuta regina consorte di Francia, poi reggente e poi regina madre di tre re. Un record sicuramente ma solo una delle tante curiosità della vita di questa donna che nella storiografia francese è stata a lungo osteggiata con l’aurea malefica di “regina nera” per la sua passione per gli oroscopi.
Caterina non è stata, e in alcuni casi non lo è ancora, particolarmente amata in Francia. Non lo è soprattutto per la sua italianità. Quell’accento mai perfetto anche se si era trasferita oltralpe a soli 13 anni, quell’essersi circondata a corte di fiorentini come lei non è mai andata giù ai francesi che l’hanno per secoli accusata di essere arrampicatrice, avida e malefica.
Per molti era l’impersonificazione del Principe narrato da Machiavelli e per altri fu una manipolatrice artefice addirittura del decesso del cognato che doveva salire al trono ma che in realtà morì avvelenato spalancando le porte al trono di Francia al suo amato Enrico.
Ma andando oltre la storia, peraltro complessa della Francia dei tempi di Caterina, sono altri gli aspetti anche curiosi di cui vogliamo narrarvi perché la giovane fiorentina portò con se in Francia tante novità.
Appassionata di esoterismo e astrologia e molto superstiziosa introdusse a corte il fiorentino Cosimo Ruggeri che predisse la fine della dinastia dei Valois e il celebre Nostradamus. Era dipendente dagli oroscopi e non faceva niente senza essersi prima consultata con maghi e stregoni.
Innovazioni alla corte del re
Donna colta e grande divoratrice di libri (nella sua biblioteca personale ne aveva oltre 2000) non era di una bellezza straordinaria e neanche in perfetta forma fisica ma a lei si deve la moderna cosmesi e l’arte profumiera, la cucina francese e l’uso della forchetta (fino ad allora sconosciuta) e delle mutande..
Caterina de’ Medici: La regina in cucina
La “regina nera” non fu affatto una Lucrezia Borgia alla corte di Francia ma una sovrana illuminata portatrice di innovazioni e se anche ai francesi potranno apparire sacrileghe le affermazioni che seguiranno se ne facciano una ragione perché fu la regina fiorentina a creare la moderna cucina francese.
Caterina buona forchetta ed amante dei cibi afrodisiaci distinse le portate da salate a dolci, introdusse la salsa colla che Oltralpe prese il nome di besciamella e la zuppa di cipolle che divenne la soupe d’onion ma non solo.
Il Rinascimento aveva lasciato nella sua città natale anche altre curiose recenti invenzioni culinarie e prima fra tutte in cucina spopolava l’invenzione del pollivendolo Ruggeri, cuoco per hobby che aveva vinto un concorso sulla ricetta più curiosa con il suo dolce ghiacciato che anche durante il banchetto di nozze di Caterina conquistò i nobili d’oltralpe.
Ruggeri seguì la giovane regina a corte ma il successo, l’invidia e in un caso anche un aggressione di chi voleva in tutti i modi conoscere la sua ricetta lo costrinsero al ritiro con fuga a Firenze non senza aver lasciato prima nelle mani della regina insieme alle sue “dimissioni” la ricetta segreta di quel gelato che poi, un altro fiorentino molto più famoso di lui Bernardo Buontalenti, perfezionò e rese popolare.
Caterina de’Medici e l’arte profumiera
Infine come non parlare dell’arte profumiera che Caterina introdusse alla corte di Francia col suo fido profumiere di fiducia Renato Bianco e i frati di Santa Maria Novella. René le Florentin (come venne più tardi chiamato dai parigini il profumiere di Caterina) si mise al lavoro contribuendo alla nascita di tanti novelli profumieri che aprirono botteghe in tutta Parigi per soddisfare le richieste di una società che si scoprì bramosa di essenze profumate.
Il profumo divenne ben presto anche per i francesi (per gli italiani lo era da tempo) uno status di prestigio ed elevazione che ebbe un tale successo che vide in breve anche la moltiplicazione dei profumieri che tolsero per secoli il primato agli italiani.
Un effimero record dato che, anche se ai francesi proprio non va giù, sia la loro famigerata cucina che l’arte profumiera sono figlie di un’italiana, anzi di una fiorentina.