Storie di draghi e magia delle Dolomiti bellunesi
Siamo in Veneto a Cortina dove troviamo il Lago Federa, uno specchio d’acqua sorgiva, al quale fa sfondo la Croda da Lago. E’ un tipico lago di montagna di alta quota, siamo a circa 2000 metri, in una posizione molto suggestiva, sul fondo di una depressione al limitare del bosco di Lamarida, protetto dalla Croda da Lago e accompagnato nella tipica vista panoramica, da tutti conosciuta, dalla caratteristica sagoma del Becco di Mezzodì.
D’estate è una bellissima destinazione turistica raggiungibile in passeggiata o in mountainbike, mentre in inverno è possibile arrivarci con le ciaspole.
Sulla sponda del lago Fedèra, lo storico rifugio Palmieri, accoglie i turisti per per pranzo. Inaugurato nel 1901 dalla guida alpina Giovanni Barbarìa, nel 1906 fu venduto alla Sezione di Reichenberg del Club Alpino Austro-Tedesco, dal quale fu gestito fino al primo dopoguerra, per ritornare nel 1920 in proprietà alla Sezione del CAI Cortina d’Ampezzo che lo ha fatto conoscere con l’odierna denominazione.
Questo incantevole lago di montagna, incastonato nelle Dolomiti bellunesi ha dato origine ad una leggenda legata ai salvani, che parla di dame di corte affascinate da uno specchio verde creato da un potente e cattivo mago… Può mancare il drago? certo che no! c’è anche lui….
La leggenda del Lago Fedèra
È la stessa protagonista della leggenda, Donna Dindia, a narrare la sua storia. Le sue vicende si intrecciano con quelle di una graziosa giovane bionda, ultima discendente di una potente stirpe che abitava un castello.
Cosa farebbe un uomo pur di conquistare una bellissima dama? in quali guai si caccerebbe pur di far breccia nel suo cuore ed averla in sposa?
La bella e nobile biondina del regno di Badìa, venne in possesso dello specchio verde, che se posto davanti al viso degli uomini, ne rivelava i veri pensieri. Ella desiderava prendere marito, ma voleva essere certa della purezza dell’amore del pretendente e per farlo si serviva del magico specchio. In molti le chiesero la mano, ma tutti furono traditi da quella magica macchina della verità.
Un giorno, giovane cantore arrivò al maniero chiedendo la biondina in sposa. Il ragazzo era bello, dolce e con una voce soave e sicuro dei sui sentimenti, si fece giudicare dallo specchio che ne rivelò la purezza d’animo e di pensiero, ma….
I capricci della giovane la portarono a pretendere che lui le dimostrasse il vero amore rubando la raggiante Rajetta protetta dal drago. Missione difficile e assai pericolosa in quanto mai nessuno era tornato vivo dopo aver affrontato il terribile drago.
Il giovane cantore era talmente innamorato della bella biondina che non si fece intimidire dalle storie che si raccontavano sul terribile specchio magico, creato da un potente mago con le lacrime delle fanciulle da lui ingannate. Il cantore accettò la missione e partì alla ricerca della Rajetta.
Lo specchio un tempo apparteneva a Donna Dindia che tradita anch’essa da quella crudele magia, tentò di liberarsene gettandolo nel lago di Fedèra, ma il veleno dello specchio era talmente potente che tinse del suo colore verde anche il bel lago.
Donna Dindia tuttavia non riuscì a liberarsi del maleficio e fu trovata e rinchiusa, dal mago, nel castello del bosco di Lamarida, dove un feroce drago impediva a lei di scappare e ai cavalieri di rubare la gemma più preziosa che sia mai esistita sulla terra, la famosa Rajètta che egli custodiva gelosamente. Tutti gli impavidi che tentarono l’impresa, morirono e i loro corpi pallidi e senza vita rimasero imprigionati nel castello a far compagnia a Donna Dindia.
Si narra che solo il valoroso cavaliere che avesse ucciso il drago e rubato la Rajetta avrebbe potuto spezzare l’incantesimo e liberare Donna Dindia, ma non senza pagare un caro prezzo.
Passarono mesi e il giovane cantore, che aveva trovato il castello in cui Donna Dindia era rinchiusa, era diventato anch’esso un prigioniero anche se apparentemente libero. La giovane biondina, venuta a sapere del tragico destino al quale aveva mandato in contro il suo amato, partì al galoppo del suo bianco destriero per fermarlo e salvarlo….. ma il maleficio era ormai in atto e aveva coinvolto sia le due donne che il giovane.
Una notte il cantore decise di affrontare il feroce drago, ucciderlo, ridare la libertà a Donna Dindia e portare la preziosa Rejetta alla sua amata. L’impresa riuscì. Donna Dindia fu finalmente libera, il giovane cantore prese la Rajetta e la bella biondina lo trovò…. però lui pagò con la sua vita l’infelicità per la quale quello specchio magico era stato creato. Il drago infatti, con l’ultimo spiraglio di vita che gli rimaneva, colpì il giovane cantore ferendolo mortalmente.