Gli Uffizi non si fermano e il nuovo Direttore Eike Schmidt promuove l’iniziativa Uffizi On Air su Facebook per rimanere a contatto con i cittadini.
Di Ambra Saottini
È iniziata martedì 6 novembre 2020 l’interessante iniziativa degli Uffizi voluta dal Direttore Eike Schmidt che crede in una cultura fruibile anche attraverso il web per diffondere i tesori della Galleria. Gli appuntamenti sono live e vedono protagonisti i curatori del museo in un’affascinante ed inedita visita attraverso i social. Ogni martedì e venerdì alle ore 13 i cittadini possono collegarsi su facebook ed interagire con delle domande in diretta da porre agli esperti. I percorsi sviluppati sono di quindici minuti e già durante il primo incontro il tempo si è notevolmente esteso per la curiosità e l’interesse. Sicuramente un ottimo inizio dettato dal coinvolgimento e dal desiderio di conoscenza.
Fabrizio Paolucci, curatore delle collezioni d’antichità classiche della Galleria degli Uffizi, ha illustrato nella prima diretta La Tribuna del Buontalenti.
Fabrizio Paolucci ha condotto gli spettatori nel cuore del patrimonio storico del museo, La Tribuna, dove si raccolgono le testimonianze più importanti della collezione. Un luogo che sino al ‘700 aveva un richiamo molto forte tanto d’attrarre stimati visitatori da tutta Europa. Questo prezioso spazio oggi non è più accessibile nel suo interno ma si può ammirare attraverso la porta d’ingresso, una scelta necessaria per preservare il prezioso pavimento realizzato nel ‘500 con marmi pregiati e intarsiati. Il curatore invita, attraverso questo breve ed esaustivo intervento, a soffermarsi con attenzione su questa meraviglia, fornendo le principali nozioni per acquisire la giusta comprensione del valore e del significato di ogni singolo elemento.
La Wunderkammer di Francesco I dei Medici
La Tribuna ovvero la camera delle meraviglie di Francesco I dei Medici, era uno spazio privato ed esclusivo, dove coltivava le sue passioni come il restauro e l’alchimia e solo il Granduca con i suoi ospiti potevano accedervi. Fu concepito e realizzato dall’architetto Bountalenti tra il 1581 e il 1583. La sua forma ottagonale s’ispirava alla descrizione della Torre dei Venti di Atene, ancora oggi esistente, rappresentata da Vitruvio nel De Architectura. Al suo interno erano raccolte le statue più importanti della collezione medicea di fine ‘500 ed assieme ad esse una vasta selezione di preziosità, oggetti ed opere d’arte dei secoli passati. La cupola è stata realizzata con più di 6.000 valve di ostriche madreperla provenienti dall’Oceano Indiano unite alla foglia d’oro. Ogni dettaglio è stato ricercato con estrema precisione come la scelta del mitilo dell’Atlantico per la regolarità della forma. Per porre maggior risalto allo splendore della cupola il Buontalenti aveva previsto una luce principalmente artificiale adottando delle piccole finestre perchè il chiarore naturale non rovinasse l’atmosfera creata dalla sorprendente copertura.
La Tribuna rappresenta la metafora dei quattro elementi fuoco, acqua, terra, aria. I colori ed i materiali utilizzati rispecchiano tale scelta simbolica; il rosso coincide con il fuoco, le conchiglie con l’acqua, la torre dei venti con l’aria e i marmi pregiati con la terra.
La Venere dei Medici venerata ed ammirata da tutta Europa sino al ‘800
Oggi la disposizione delle opere non rispecchia la composizione ai tempi dei Medici ma sono ancora presenti e dominano gli spazi le statue antiche originarie. Su tutte prevale la bellezza della Venere dei Medici risalente al II sec. a.C.. Era un’opera simbolo degli Uffizi per il suo profondo splendore che spingeva imperatori e uomini di cultura al baciamano. Realizzata con preziosi marmi e originariamente dipinta, colpiva per la ricchezza dei monili metallici indossati, dei quali oggi sono testimoni della loro presenza i fori per apporvi gli orecchini.
Anche Napoleone non si lasciò sfuggire tale splendore e nel 1799 a seguito di una visita alla Galleria dichiarò il suo interesse per averla nella sua Collezione. Di lì a poco il direttore dell’epoca, preoccupato dell’imminente arrivo dell’esercito francese, trasferì La Venere assieme a molte altre opere a Palermo dove rimase a sorvegliarla per due anni. Napoleone cercò in tutti i modi di entrare in possesso di questa statua inizialmente in modo diplomatico ma senza riuscirci e successivamente con l’inganno. Trafugò la cassa con all’interno la scultura nel trasporto di ritorno verso Firenze portandola prima a Marsiglia e successivamente a Parigi nel suo museo.
Le sculture classiche della Tribuna
Nella Tribuna sono presenti le sculture classiche collezionate dalla famiglia medicea: I Lottatori che rappresentano la lotta libera d’epoca greco-romana nel suo momento finale, l’Arrotino d’epoca romana conservato in ottimo stato, una figura che si discosta dall’idealizzazione mostrando un profilo dell’uomo tormentato con i capelli scapigliati non di origine greca. Seguono Il satiro danzante del III sec a.C. e L’Apollino del IV sec. a.C. Sono inoltre presenti nella stanza adiacenti alle pareti delle sculture di Amorini d’epoca romana anch’esse presenti già nel ‘500. I soggetti sono bambini come Ercole che strozza il serpente oppure fanciulli dormienti metafora della morte e della resurrezione. Nelle opere sono presenti molti elementi come il papavero, la farfalla e la lucertola tutti simbolo di rinascita e resurrezione.
La distribuzione degli oggetti della Tribuna ai Musei Fiorenti
Tutte le centinaia di oggetti della Tribuna sono stati trasferiti per tipologia nei musei fiorentini a seguito del restauro conclusosi nel 2011 e nel 2016 una mostra li ha riuniti ed esposti al pubblico degli Uffizi. Nella ridistribuzione sono state trasferite al Museo Archeologico Nazionale di Firenze le statuette antiche in bronzo e in marmo, le monete, i camei e le gemme, mentre le statuette d’epoca rinascimentale sono conservate al Museo Nazionale del Bargello e al Museo di storia Naturale sono stati consegnati i minerali. Il grande Patrimonio della Galleria e della Tribuna negli anni ha visto una sola importante perdita a seguito dei trasferimenti delle opere durante la seconda guerra mondiale, si tratta della maschera di Satiro di Michelangelo, un’opera ancora dispersa.
Ambra Saottini
Promuovo l’arte dell’ospitalità attraverso i nuovi linguaggi comunicativi con passione, professionalità e creatività. La mia doppia anima, legata agli studi magistrali in arti, spettacolo e produzione multimediale e al percorso professionale nel hospitality management, mi hanno condotta a delle profonde riflessioni sul legame tra questi due ambiti e l’unione di essi con i territori. Collaboro con EnjoyItalyGo occupandomi soprattutto di cultura e territorio.