Lo spirito buono delle case
Di Angelica Perrotta
Napoli è una città ricca di storia e di storie, di miti e di leggende, di spiriti e fantasmi.
Ogni angolo della città racconta qualcosa ma è nel centro storico, il più esteso d’Europa, che molte storie hanno preso vita nei secoli e ancora oggi sopravvivono.
Tra queste, i vicoli di Napoli ci regalano una delle più suggestive ed affascinanti, quella della Bella ‘Mbriana.
Bella ‘Mbriana: spirito buono, a patto di non contrariarla
La Bella ‘Mbriana è uno spirito che si presenta nelle case nelle ore più calde della giornata, nascosto tra le pieghe delle tende mosse dal vento, nell’ombra, un’immagine indistinta che se osservata rapidamente scompare.
Le vengono attribuite sembianze da geco, ma l’immagine è talmente sfocata che nessuno riesce a vederla bene.
E’ considerata una sorta di protettrice della casa e dei suoi abitanti.
E’ tendenzialmente uno spirito buono, amante dell’ordine e della pulizia, della gentilezza e dell’ospitalità.
Ma può essere molto cattiva e punire chi la offende.
Non tollera lo sporco, il disordine, chi inveisce e si lamenta della propria casa.
Addirittura si dice che non sopporti assolutamente le ristrutturazioni e che, nel caso ne sentisse parlare o vedesse dei lavori, per vendetta potrebbe provocare anche la morte di un familiare.
Una volta c’era l’usanza di salutare la Bella ‘Mbriana all’ingresso ed all’uscita dalla casa, per farla sentire accolta e benvenuta e non farla arrabbiare, per paura delle conseguenze.
A causa della sua irascibilità, non si parlava mai di traslochi in casa e a tavola si lasciava sempre una sedia libera per lei, perché potesse riposare in qualsiasi momento.
Secondo alcuni era opportuno addirittura lasciare una sedia libera in ogni stanza della casa.
Chi era la Bella ‘Mbriana?
La leggenda ha forse origine dalla storia di una bellissima fanciulla, qualcuno dice addirittura una principessa, che fu abbandonata prima delle nozze e che, impazzita dal dolore per la perdita dell’amato, cominciò a vagare senza meta, disperata, per i vicoli della città, con indosso il suo abito bianco. Ad un certo punto si infilava nelle case, molti dicono per vedere come fosse la vita familiare a lei negata.
Il popolo napoletano, sempre accogliente e pronto ad andare in soccorso dei bisognosi, la accoglieva nelle proprie case, dandole ristoro e nutrimento e facendola riposare.
Pare che il padre della ragazza, secondo alcuni un re, la facesse seguire di nascosto e, grato dell’accoglienza concessa alla figlia, facesse arrivare nelle case dove questa era stata ospitata doni per manifestare la sua gratitudine.
Nel tempo la figura della fanciulla ha subito una trasposizione in geco, per questo si pensa che quando se ne intravede uno in casa non vada cacciato, perché porta fortuna.
L’origine del nome
Il nome potrebbe avere origine dal termine meridiana, per la caratteristica dello spirito di comparire durante le ore più assolate della giornata. Altri ne attribuiscono l’origine dal termine mariana, un’ombra sotto cui è possibile trovare riparo.
Le prime tracce scritte della storia della Bella ‘Mbriana risalgono all’epoca barocca, per mano dello scrittore Giambattista Basile che la cita in uno dei suoi racconti.
I napoletani lo sanno che alcune storie sono alquanto inverosimili o romanzate, ma in una città dove spiriti, spettri e fantasmi si vedono ovunque, il fascino rimane intatto nel tempo e, anche se con una certa dose di scetticismo, “sotto sotto”, quasi tutti un po’ ancora ci credono.
Benvenuti a Napoli e buona visita!
Angelica Perrotta: Molto curiosa, amante degli animali ed appassionata di viaggi. Cerco di coniugare pregresse esperienze con recenti passioni: Laurea in Lingue e Letterature Straniere, lunga esperienza nel settore alberghiero ed una recente passione per il Digital Marketing.
Il mio motto è “Always on the move”.