Il raduno della Nazionale Italiana a Milano
di Andrea Scheurer
La Nazionale Italiana di Para Ice Hockey si è radunata a Milano dal 16 al 18 per preparare i Mondiali Gruppo A di Para Ice Hockey, in programma dal 19 al 26 giugno a Ostrava (Repubblica Ceca).
Il campionato di Para Ice Hockey, terminato da poco, è stato vinto dalle South Tyrol Eagles, che hanno così conquistato il tredicesimo titolo.
Abbiamo raggiunto telefonicamente il Team Manager della Nazionale Mirko Bianchi per un commento
Il commento del Team Manager Mirko Bianchi
Com’è andato il raduno?
Il raduno è andato bene, avevamo la squadra praticamente al completo. È stato molto positivo. Siamo riusciti a lavorare su un bel po’ di particolari. Stiamo ricominciando a lavorare su aspetti tattici, in preparazione di alcune amichevoli in programma.
Speriamo di farle a breve: stiamo cercando di giocare delle amichevoli contro Repubblica Ceca e Germania. Col Covid, quest’anno, è molto complicato. Sarebbe molto importante per noi giocarle. Le amichevoli dovrebbero essere a maggio, una a metà del mese, e l’altra, l’ultima settimana.
Il Blue Team
La nazionale è composta in prevalenza dai giocatori che militano nei South Tyrol Eagles. Ci sono poi un portiere e due giocatori di movimento che giocano nei Tori Seduti di Torino. Infine un altro portiere e altri 5 giocatori dell’Armata Brancaleone di Varese.
Qual è l’obiettivo della nazionale ai mondiali di Ostrava?
Il mondiale è molto importante perché inizia a dare i primi posti per le paraolimpiadi di Pechino 2022. Il nostro obiettivo è di arrivare tra i primi 5 e cercare di ottenere la qualificazione diretta. I primi 5 si qualificano direttamente. L’ultimo classificato retrocede nel gruppo B.
Gli ultimi 3 del mondiale del gruppo A e i primi 3 del gruppo B faranno un torneo di qualificazione, da giocarsi a fine ottobre o ad inizio novembre, che darà diritto agli ultimi 2 posti. La Cina è qualificata, essendo il paese ospite.
È sempre meglio evitare altri tornei di qualificazione…
È un percorso difficile: l’Italia è partita dal 2006 a Torino come nazione ospite. Sempre è riuscita a qualificarsi a tutte le paraolimpiadi: a volte passando dal torneo di qualificazione, altre volte qualificandosi direttamente. È un anno particolare per tutti, non solo per noi, in quanto sono quasi due anni che non si giocano competizioni a livello internazionale.
L’anno scorso gli europei in programma sono saltati, ora si giocherà a fine giugno, quindi è passato tanto tempo dalle ultime partite internazionali giocate. Nemmeno c’è stata la possibilità di poter fare amichevoli e confrontarsi con le altre squadre. Sarà un mondiale particolare e noi dovremmo cercare di farci trovare pronti.
L’avversario più temuto?
Stati Uniti e Canada sono di un altro livello. Con la Corea ci siamo giocati, a Pyeongchang, il 3o e 4o posto perdendo 1 a 0, a 3 minuti dalla fine. La Repubblica Ceca è un altro avversario tosto: due anni fa all’ultimo mondiale aveva ottenuto ottimi risultati, soprattutto perché aveva tanto pubblico. Abbiamo giocato in un palazzetto con 10000 persone quando giocava la Repubblica Ceca.
Norvegesi e Cechi sono i nostri avversari diretti, ma non dobbiamo sottovalutare gli Slovacchi che arrivano dal gruppo B. Da quest’anno si ripropone la Russia, che è un livello poco inferiore di Usa e Canada. Penso che il quarto e quinto posto ce lo possiamo giocare noi, Norvegia, Repubblica Ceca e Corea.
A quali schemi avete lavorato?
Stiamo cercando di lavorare meglio sul Break Out e sui supporti di Break Out. Cercare di spazzare via meno dischi ed essere più vicini per avere supporti più interessanti per poter uscire. Il nostro è uno sport un po’ particolare rispetto all’hockey su ghiaccio: se ci si ferma è difficile ripartire, se il disco finisce in balaustra gli uno contro uno sono più complicati da gestire.
Bisogna cercare di avere maggior fluidità, fermarsi il meno possibile e fare passaggi più precisi. Ci stiamo lavorando. E poi stiamo lavorando sul Power Play e sul Penalty Killing, e sugli Special Team.
Una curiosità: vedendo alcune partite del campionato ho notato che ci sono molti Icing…
Purtroppo il campionato italiano sembra quasi un altro sport rispetto alla nazionale. Dovuto ovviamente ad un numero basso di giocatori e quindi non si ha un determinato ritmo. La nazionale è tutt’altro.
Noi siamo un piccolo miracolo: pur avendo 3 squadre in tutta Italia, e 40 giocatori tesserati, riusciamo a competere nel gruppo A contro squadre composte da professionisti.
Il gruppo della nazionale è un gruppo forte, che ha avuto tanti cambiamenti negli anni, dovuti al età etc…, e ora si sta evolvendo. Il fatto però che dal 2006 si è sempre cresciuti, e siamo arrivati a giocarci una medaglia olimpica alle ultime paraolimpiadi di Pyeongchang, è comunque una nota di merito per tutti i ragazzi.
Sicuramente è diverso vedere una partita della nazionale rispetto ad una di campionato. Gli Icing ci sono, è vero, perché a volte si provano lanci lunghi, però stiamo cercando di lavorare su altri aspetti. Il problema è che tutte le cose vanno testate in partita e speriamo di riuscire a fare qualche amichevole. Sarebbe di fondamentale importanza.
Andrea Scheurer
Svizzero e italiano. Laureato in Storia Medievale. Da sempre amante dei castelli, percorro le strade della mia amata città, e non solo quelle, provandole ad immaginare nei secoli passati. Grande appassionato e tifoso di sport, in particolare dell’hockey su ghiaccio. Gioco da anni in una squadra amatoriale. Linkedin