Un seme di collina, il nuovo libro fotografico edito da Fondazione Mudima
Un tempo il mio sguardo veniva condizionato dai sogni, dalla superficie emotiva, dove il punto focale era l’indagine sulla mia identità e su ciò che rappresentava il reale per me. Ad oggi il mio tentativo secondo è di catturare la struttura dell’identità universale attraverso l’esperienza sensibile.
Mi pongo una domanda: che cosa è il reale?
Nerina Toci
Un seme di collina è il nuovo libro fotografico di Nerina Toci edito da Fondazione Mudima in cui l’artista racconta la sua Sicilia.
La giovane fotografa albanese, originaria di Tirana, ha vissuto per molti anni in Sicilia. Si occupa di fotografia dal 2015 e riserva da sempre, nel suo lavoro, un ruolo centrale alla sua terra di adozione.
Curato da Davide di Maggio ed edito da Fondazione Mudima a Milano, Un seme di collina è un progetto (tutt’oggi in corso) che comprende una selezione di fotografie realizzate tra il 2017 e il 2020 in Sicilia. La scelta personale dell’ambientazione riguarda principalmente i versanti asimmetrici dei monti Nebrodi, e nasce da un ben precisa esigenza di definizione del reale.
Il linguaggio che costituisce la realtà
Il rapporto tra l’artista e il linguaggio poggia sulla considerazione che esso costituisce la realtà con cui confrontarsi. Essa diventa il punto di partenza da cui muoversi per eseguire la sperimentazione vitale, fonte di contraddizioni continue e talvolta inspiegabili.
Questo volume raccoglie un intenso lavoro, che esemplifica l’evoluzione artistica della fotografa: dopo aver gradualmente eliminato la propria figura dagli scatti, Toci cerca di catturare l’identità universale attraverso l’esperienza del sensibile.
La creazione artistica come strumento per costruire un universo autonomo
La forza dell’artista consiste nella capacità di costruire un paesaggio di figure e di oggetti che non intendono nella propria misurarsi con i codici visivi della realtà ma al contrario adottare la creazione artistica come strumento per costruire un universo autonomo e separato dalle cose stesse.
L’interesse antropologico, presente nelle costanti riflessioni sulla figura femminile, sul senso del luogo e del confine e nell’interrogazione sul reale, sposta la funzione della fotografia da quella estetica a quella reale.
La vera risposta sta non nel catturare e possedere la realtà, ma nell’accettazione della sua esistenza.
Tramite la sua arte sensuale e misteriosa, Nerina Toci rappresenta una realtà immaginaria e sconfinata che varca i confini della fotografia e ci porta in un mondo incantato dove la mente è libera di viaggiare.
La macchina fotografica diventa semplicemente un mezzo per raggiungere l’impossibile: uscire dalla realtà che ci circonda per addentrarsi in una realtà personale che diventa universale, nella quale noi spettatori possiamo entrare per mano all’artista.
Alcuni scatti sono esposti a Milano
Alcuni degli scatti di Nerina Toci possono essere ammirati dal pubblico nella mostra collettiva La Face autre de l’autre Face, alla Fondazione Mudima fino al 12 marzo 2021.
L’esposizione, curata da Davide di Maggio, arriva a Milano dopo essere stata ospitata al Muc – Musée Urbain Cabrol di Villefranche de Rouergue e raccoglie opere di 21 artisti, principalmente italiani, attivi in diversi campi dell’arte, da quella visiva, alla fotografia, ai video e alle installazioni.
Il libro è acquistabile sul sito di Fondazione Mudima: www.mudima.net (sezione Shop) e in libreria.
Studentessa di Scienze politiche, Comunicazione e Società e giovane fotografa, mi appassiona il mondo dell’editoria e della comunicazione visiva. Curiosa e dinamica, mi piace imparare continuamente cose nuove e nel contempo fare esperienze sul campo attuando ciò che precedentemente ho appreso. Le lingue straniere e la fotografia sono per me potenti mezzi espressivi ed interessanti strumenti per conoscere la realtà. LinkedIn.